Peter BEHRENS, Villa Wiegand, Berlin-Dahlem, 1910-1911




Villa suburbana realizzata per l'archeologo Wiegand, che nel 1910 era stato nominato direttore del Dipartimento delle antichità dei Musei prussiani, noto a livello internazionale per i suoi scavi compiuti a Didyma, Mileto, Priene e Samo. La costruzione si trovava in un’area residenziale immersa nel verde di recente urbanizzazione destinata alla classe medio-alta. Occupa un lotto rettangolare di 50x100 mt che si affaccia su Peter-Lenné-Straße e lato maggiore su Drygalskistraße. Behrens non ha progettato una semplice casa di campagna, ma una prestigiosa villa in stile classico. L’architetto fu incaricato anche di progettare l’ampio giardino sul retro e di arredare gli interni; in questo modo ha avuto l’opportunità di creare un intervento completo comprendente architettura, arte dei giardini, arredo, tappezzerie, tende, serramenti. Come in altri edifici, l’autore mostra i suoi interessi per l’architettura classica, combinandola però con una moderna funzionalità. La monumentalità, le forme ridotte, l’austerità del linguaggio architettonico avvicinano la villa agli edifici dell’antichità greca, sottolineando con ciò gli interessi archeologici del committente. L'aspetto severo è determinato dalla riduzione delle decorazioni, dalla simmetria delle forme e dall’uso di massicci blocchi in pietra calcarea grigia. Ô inoltre visibile anche la grande ammirazione di Behrens verso Schinkel, in particolare nell’essenzialità delle forme e nella funzionalità degli interni, la cui organizzazione spaziale si adatta alle esigenze del proprietario. Gli spazi interni e i collegamenti sono distribuiti secondo una griglia ortogonale, ma aperture e vetrate li mettono in collegamento funzionale tra loro. La costruzione si compone di tre parti: il nucleo centrale, l’ala dei servizi e il portico a L. Il nucleo centrale e l’ala servizi formano un unico blocco in pietra grigia a due piani su basamento a bugnato, con attico e copertura a padiglione ricoperta da tegole rosse e cornicione che circonda l'intero perimetro. La monumentalità è presente fina dalla struttura d’ingresso in stile classico, probabile citazione del peristilio di un’abitazione ellenistica scoperta dal committente a Priene. Ha forme sobrie ed è circondato da colonne classiche, ma qui sono adottati anche elementi moderni come il soffitto in vetro-cemento (per la prima volta in una casa privata) in modo da alleggerire la pesante architettura in pietra e illuminare la piccola corte che ospita un giardinetto, ricreando un tipico schema spaziale pompeiano. La corte, strutturata in questo modo, conferisce alla facciata pubblica una rappresentanza maggiore di quella che avrebbe potuto offrire un semplice timpano. Il peristilio conduce al foyer interno dalla cui porta, posta sull’asse principale dell’edificio, si può già ammirare la sequenza sala di rappresentanza-terrazza-giardino fino al padiglione posto sul lato opposto del lotto. Come nelle ville classiche, dalla terrazza rialzata la famiglia poteva godere gli spazi liberi e il giardino. La facciata posteriore, verso il giardino, è dominata dalla presenza di lesene giganti in pietra di ordine dorico reggenti un architrave. Il corpo principale è affiancato dal corpo minore dei servizi, sul cui fronte interno si trova un portico a L che si conclude nel piccolo blocco con i servizi per il campo da tennis (scelta molto moderna per la Germania di quei tempi). Sul lato opposto del lotto, come già nelle ville rinascimentali italiane, è presente un padiglione isolato nel verde. Il rapporto assiale peristilio-terrazza-padiglione ha determinato la disposizione simmetrica dell’intero complesso e degli spazi aperti. Il campo di tennis è disposto a sinistra dell'asse di simmetria, mentre a destra è presente un settore a verde piantumato dalla forma irregolare con al centro un piccolo stagno. La villa, che si trova ora sotto la tutela dei beni ambientali, dal 1957 è sede della Direzione generale dell'Istituto tedesco di Archeologia. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)