Ludwig MIES van der ROHE, Haus Perls, Berlin-Zehlendorf, 1911-1912




Casa privata progettata per Hugo Perls, un ricco avvocato che amava collezionare opere d’arte contemporanea e grande ammiratore dell’opera di Schinkel. Si tratta di una piccola villa realizzata nella colonia di ville borghesi di Zehlendorf, che avrebbe dovuto ospitare anche la collezione d'arte del proprietario. È una costruzione cubica a due piani in mattoni, le cui facciate, intonacate in ocra, sono coronate da un cornicione aggettante, che le divide in modo netto dal tetto a padiglione in tegole rosse. Per sfruttare al meglio il giardino interno e la luce solare, l’architetto ha collocato l’ingresso sul lato minore che si affaccia direttamente su Hermannstraße. Le concezioni architettoniche elaborate, non riflettono solo l’entusiasmo anche del giovane Mies van der Rohe per Schinkel, ma anche le soluzioni elaborate in quel periodo da Behrens (presso cui lavorava). Questi architetti si stavano sforzando di eliminare verande vetrate sporgenti, spazi inutilizzabili e costosi ornamenti applicati alle facciate esterne, a favore di una casa borghese semplice, comoda e funzionale. Se esternamente l'edificio si avvicina alle volumetrie compatte delle costruzioni di Schinkel, l’organizzazione spaziale simmetrica e lo stretto legame architettura-giardino sono ripresi dalla recente Villa Wiegand di Behrens (del 1910-11). Seguendo la tradizione della casa di campagna, le camere da letto sono disposte al piano superiore mentre e i locali di servizio si trovano nel seminterrato. Il piano terra, a forma rettangolare, è strutturato in modo rigoroso e simmetrico, con le stanze inserite entro una griglia ortogonale. L'ingresso principale conduce ad un piccolo vestibolo, da cui si può entrare sia nella zona di rappresentanza che in quella privata, mediante due diverse aperture; una porta si apre sul vano scala che conduce al piano superiore e al seminterrato, l’altra verso la sala da pranzo (la sala di rappresentanza, successivamente decorata con opere di Pechstein). Su un lato della sala da pranzo c’è lo studio privato e sull'altro la biblioteca/sala musica. Gli spazi interni e quelli esterni sono collegati tra loro da ampie porte-finestre in grado di "catturare" la luce naturale da inviare nei vani più interni. La parte bassa della facciata sud è svuotata da una loggia divisa in tre parti da pilastri. Davanti alla loggia è stato ricavato un giardino con un pergolato e due aiuole simmetriche sui lati, in modo da creare uno spazio esterno adatto all'intimità familiare. La prospettiva dalla sala centrale è stata otticamente studiata in modo che la sequenza sala-loggia-giardino aprisse per gradi l’interno verso l’esterno. In origine il lato ovest era occupato dal giardino principale, a cui si accedeva dalle cinque porte-finestre della sala musica. Al centro del giardino era stata ricavata una superficie abbassata in pietra, al cui interno erano racchiuse due vasche con fiori d’acqua. Come già gli architetti del Rinascimento italiano, per ampliare otticamente la prospettiva spaziale verso la natura esterna, Mies van der Rohe aveva abilmente inserito sul fondo una piccola esedra. Guardando il giardino maggiore dal centro della sala, lo sguardo veniva attratto dall’accattivante nudo femminile (posto al centro di una delle due vasche) e poi inviato oltre l’esedra. Abitazione e giardino creavano in questo modo effetti di trasparenza e di espansione spaziale, soluzioni che l’architetto approfondirà nella sua produzione degli anni Venti. Verso il 1926 la villa venne acquistata dallo storico dell'arte Fuchs. Per ospitare la sua vasta collezione privata, nel 1928, lo stesso Mies van der Rohe aggiunse un’ala a L sul giardino, nel tipico linguaggio geometrico ed essenziale di quel periodo. Nel tempo la casa ha subito altre aggiunte e l’eliminazione dei giardini originali. Dal 1977 è un monumento sotto tutela; nel 1992 è stata riportata allo stato del 1928. Attualmente è utilizzata come centro per attività artistiche e terapeutiche. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)