Ludwig MIES van der ROHE, Haus Werner, Berlin-Zehlendorf, 1912-1913




È stato il primo incarico ottenuto da Mies van der Rohe come architetto indipendente. I committenti erano l'ingegner Ernst Werner e sua moglie, che avevano acquistato un terreno boschivo con l’intenzione di costruirvi la propria residenza di campagna. Su richiesta dei committenti, l'architetto ha elaborato una costruzione che si rifà più alla tradizione della casa colonica che alla villa signorile. Per questo motivo l'edificio è chiuso superiormente da un ripido tetto a mansarda con abbaini. Coperto con tegole, il tetto occupa quasi i due/terzi dell’altezza totale; risalta per il suo colore rosso, ma soprattutto per la sua forma a grande pagoda rovesciata. È strutturato su due livelli, il primo con una forte pendenza, il secondo con un’inclinazione più moderata. Sul fronte stradale la compattezza del volume cubico è interrotta da una leggera sporgenza (contente il reparto cucina) che conferisce una forma a L alla planimetria. I due piani del fronte posteriore, rigorosamente simmetrico, si aprono sul giardino tramite porte-finestre al piano terra e ampie finestre al piano superiore. I dettagli, gli abbaini, l’intonaco chiaro e i serramenti verdi seguono la tradizione locale. Rispetto a Behrens, che ricercava la monumentalità classica, il giovane Mies van der Rohe, seguendo gli ideali inglesi e le caratteristiche della casa rurale tedesca, ha prestato più attenzione alla funzionalità e al godimento del verde, che alla pura esibizione. Come nella sua recente Haus Perls, la vegetazione naturale è strettamente integrata nella progettazione della casa. Si tratta di un bosco formato da alti alberi che inquadra il lotto su tre lati. Vista dall'esterno questa piantumazione conferisce all'edificio, dalle forme squadrate e semplici, un’atmosfera romantica e misteriosa. La disposizione spaziale interna è molto simile a quella della recente Villa Wiegand di Behrens (nel cui studio Mies van der Rohe aveva lavorato fino al 1912), sia per quanto riguarda la funzionalità spaziale che per i rapporti abitazione/giardino. Malgrado la volumetria compatta e l’aspetto da casa rurale, la planimetria rivela un'organizzazione in grado di soddisfare i requisiti di una moderna abitazione di campagna. A fianco della sala da pranzo si apre la veranda, dalla quale si stacca perpendicolarmente un’ala porticata a U in muratura che penetra nel giardino e che si conclude in un piccolo padiglione semichiuso. L’architetto sfruttò questo elemento sia come zona di transizione tra la casa e il giardino, sia come struttura in grado di delimitare il quarto lato del lotto. Fin dalla fase progettuale, sulla facciata e sul porticato erano previste piante rampicanti in modo la vegetazione avvolgesse la costruzione realizzando una transizione più fluida tra spazio costruito e spazio naturale. Il fronte posteriore si affaccia ancora oggi su una superficie aperta caratterizzata da un giardino ornamentale, la cui configurazione quadrilatera a gradoni si adatta al pendio del terreno. Al centro si trova una superficie più profonda con una vasca centrale. Questa struttura a gradoni sembra quasi trasformarsi in una "piazzetta" delimitata da aiuole e fiori. La parte edilizia del complesso delimita due lati del sito in modo tale che il giardino venga vissuto come area semiaperta e conservi l’atmosfera di intimità del giardino residenziale privato. Con un sistema di assi visivi, l’architetto ha mirato anche ad una ripartizione equilibrata di tutto l'insieme, tra dentro e fuori, tra costruito e spazi aperti. Nel 1920, accanto alla zona dei servizi, verrà aggiunta l’abitazione del giardiniere, che poi verrà alzata nel 1927-28. La casa e l’ampio spazio a verde sul retro sono stati restaurati; dall’ala porticata ora si apre un breve percorso che conduce al giardino della vicina Haus Perls, che si affaccia su Hermannstraße. La Haus Werner e i due giardini sono stati fusi e sono utilizzati da un istituto per bambini disabili. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)