Peter BEHRENS, AEG-Siedlung Oberschöneweide, Berlin-Oberschöneweide, 1919-1923




Insediamento residenziale destinato ad impiegati ed operai specializzati dell'AEG. Progettato nel 1918 da Behrens, fu realizzato nel 1919-21 (in collaborazione con Hamacher) e ultimato nel 1921-23 da Spitzner. È formato da lunghe file di case a schiera mono e plurifamiliari disposte lungo le quattro vie (Zeppelinstraße / Fontanestraße / An der Wuhlheide / Roedernstraße) che delimitano l’insediamento dalla forma trapezoidale. Sul retro di ogni unità è presente un piccolo orto-giardino privato dalla forma allungata che si sviluppa verso l’interno. L’ampia area libera centrale, anch’essa trapezoidale, forma come una grande corte comune, concepita inizialmente come luogo per la socialità. Nel suo insieme questo intervento mostra il cambiamento che si stava verificando all’inizio del secolo riguardo l’edilizia a carattere sociale. Come alternativa allo squallore e all’alta densità edilizia delle Mietskasernen urbane, cresciute a ridosso delle grandi fabbriche, in questo caso Behrens propone, come già Taut in precedenza, una soluzione urbanistica influenzata dalle concezioni inglesi della città-giardino. Lungo le quattro vie che delimitano l’insediamento, la composizione è formata da lunghe facciate continue che si caratterizzano per la disposizione ritmica di porte, finestre, Wintergärten e frontoni. Persiane, giardinetto anteriore e timpano dagli spioventi ricurvi conferiscono un carattere più domestico all’insediamento. Nelle abitazioni sono state sviluppato cinque diverse tipologie edilizie. Lungo la Roedernstraße e la Fontanestraße sono state accostate unità edilizie per quattro famiglie. Le loro facciate sono semplici ed equilibrate, con l'ingresso comune posto sull'asse centrale dell'unità. Gli abbaini terminano superiormente in timpani leggermente ricurvi che conferiscono movimento alla copertura e maggiore vivacità al prospetto; la lunga cortina stradale è ulteriormente mossa e chiaroscurata dalla leggera sporgenza di alcuni vani. Lungo la Zeppelinstraße sono invece allineate case unifamiliari destinate agli impiegati e ai dipendenti della AEG. Le singole unità si ripetono specularmente a due a due. Su questo lato le facciate sono più semplici; in esse sono ritagliate le aperture rettangolari della porta d’ingresso e quelle quadrate delle finestre (divise in tre luci verticali dai serramenti in legno verniciato). Nel punto intermedio del prospetto, la facciata si interrompe per permettere l’accesso, pedonale e carrale, alla corte interna. L’insediamento fu ultimato nel 1923 da Spitzner che, lungo la An der Wuhlheide, realizzò il quarto lato del perimetro composto da due lunghe file di case a schiera dai tetti a falde spioventi. Anche qui sono presenti case unifamiliari a schiera a due piani, le cui facciate intonacate e semplici hanno una struttura simile a quella degli altri lati. Gli angoli dell’isolato sono stati plasticamente rafforzati con la costruzione di unità dal carattere urbanisticamente più forte. Sull’angolo Roedernstraße/An der Wuhlheide, rivolto verso un incrocio stradale molto trafficato, il vertice appuntito è stato sostituito da una costruzione concava, come a voler suggerire l’idea di volersi ritrare dai rumori e dai ritmi propri della grande città. L’angolo opposto, su Zeppelinstraße/Fontanestraße, che si affaccia su una piccola piazza quadrilatera esterna alla Siedlung, è presente un edificio residenziale a tre piani con portale d’ingresso ad arco a tutto sesto; la sua planimetria è spezzata in modo da adeguarsi alla forma geometrica della piazza. Tutte le abitazioni, oltre al proprio orto-giardino, erano dotate fin dall'inizio di servizi molto avanzati per quei tempi come cucine attrezzate, stanze da bagno con acqua corrente e servizi igienici. La composizione a bassa densità edilizia, l'abbondante presenza del verde e delle aree comuni, nonché i vari motivi architettonici che movimentano i prospetti pubblici, verranno ripresi anche in altri insediamenti abitativi di piccole dimensioni. realizzati in Germania negli anni Venti, in particolare nelle città di piccole dimensioni. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)