Erich MENDELSOHN, Rudolf-Mosse-Haus, Berlin-Mitte, 1921-1923




L'edificio, che si trovava nel cuore del quartiere storico dei giornali di Berlino, prende il nome dall’ex direttore del quotidiano Berliner Tageblatt. Nel 1921 Mendelsohn venne incaricato dal proprietario del giornale (che era rimasto incantato da una foto dell'Einsteinturm) di effettuare lavori di trasformazione e ristrutturazione dell’edificio esistente. L’edificio esistente, sede della casa editrice Mosse Verlag e del quotidiano berlinese Berliner Tageblatt, era stato realizzato da Cremer&Wolffenstein nel 1903. Si trattava di una struttura in pietra a cinque piani col prospetto principale su Schützenstraße lungo ben 160 mt. Durante gli scontri spartachisti durati una settimana, all’inizio del 1919, fu gravemente danneggiato, in particolare l’angolo Schützenstraße/Jerusalemer Straße. Ma invece di ricostruire l’edificio, la proprietà decise di ristrutturare la parte distrutta e di aggiungervi altri due piani. La proposta di Mendelsohn fu radicale, in quanto non intendeva adattarsi al linguaggio architettonico dell'edificio, ma creare una netta separazione dai preesistenti corpi di fabbrica. L’intervento, realizzato in soli due anni, è consistito nell’ampliamento e nella sopraelevazione dell’edificio esistente (in stile classico tardo-ottocentesco) e nella costruzione del nuovo ingresso sull’angolo Schützenstraße/Jerusalemer Straße. Come preannunciato, invece dell'armonizzazione venne creato un segno forte, con allusione al tema della frattura. Nell’angolo venne inserita una struttura arrotondata di otto piani, il cui dinamismo è accentuato verso l’alto dal profilo arcuato e verso la strada dal forte aggetto del cornicione formante la pensilina dell’ingresso; la divisione netta con le parti preesistenti è accentuata da cornici nere. Al di sopra sono presenti cinque ampie finestre dall’andamento orizzontale con infissi d'acciaio, sovrapposte tra loro. Il resto dell’edificio rimase inalterato. Le parti nuove seguono rapporti e ritmi propri; le vigorose linee orizzontali della sopraelevazione contrastano percettivamente con le linee verticali che invece ritmano regolarmente le pareti dei vecchi corpi di fabbrica. Nelle vigorose curve angolari dell’edificio si possono intravedere le sembianze aerodinamiche di un’automobile da corsa, o di un enorme volatile pronto a librarsi verso il cielo. Questa soluzione d’angolo con spigolo smussato, oltre a segnare una vera e propria frattura nella storia dell’architettura, sarà un modello spesso seguito dall’architettura berlinese nel Novecento. La Mosse-Haus ha superato tutti i drammatici eventi del Novecento; sopravvissuta agli anni del Nazionalsocialismo, venne ancora gravemente danneggiata durante i bombardamenti della II Guerra mondiale, quando furono completamente distrutte l’ala lungo Jerusalemer Straße e la facciata angolare, mentre rimase in piedi quasi tutta l’ala lungo Schützenstraße. Nel Dopoguerra, le parti realizzate da Mendelsohn furono ricostruite, ma in modo più semplificato, il resto fu rimaneggiato. Nei piani urbanistici del Dopoguerra il tracciato di Jerusalemer Straße fu più volte modificato fino a diventare quasi un vicolo a fondo chiuso. Quando nel 1961, lungo la Zimmerstraße, venne eretto il Muro, la parte superstite dell'edificio rimase isolata all’interno della "striscia della morte" tra Mitte e Kreuzberg. Nel 1991 l’edificio venne acquistato dall’imprenditore Röder che lo trasformò nel complesso del Mosse-Zentrum, contenente agenzie di stampa, redazioni e case editrici, che venne inaugurato nel 1995. In questa occasione venne ricostruita, in pietra rosa e in forme architettoniche più geometriche, l’ala distrutta su Jerusalemer Straße. Il complesso, che occupa ora l’intero isolato storico delimitato da Schützenstraße / Zimmerstraße / Markgrafenstraße / Jerusalemer Straße, è stato completato nel 2000. I lavori di rinnovamento si inseriscono in un progetto di trasformazione urbana più ampia che prevede la costituzione di un polo mediatico di portata internazionale. Al suo interno si trova oggi anche il Druckhaus Berlin-Mitte. Nel settore angolare c’è la Sede tedesca della compagnia petrolifera Total. Attualmente (2005) la zona davanti e attorno all’edificio è ancora in stato di semiabbandono. Solo lentamente l’area sta tornando ad essere sede di redazioni e di servizi legati alla comunicazione, che potrebbero far uscire l’edificio di Mendelsohn dall’ombra. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)