Otto SALVISBERG, Weiße Stadt, Berlin-Reinickendorf, 1929-1931



La Weiße Stadt è un insediamento residenziale a carattere sociale voluto da Martin Wagner, assessore all’urbanistica di Berlino. A Salvisberg venne affidata la pianificazione urbanistica, mentre per la progettazione architettonica l’area venne suddivisa in tre grandi lotti ed assegnati ad Ahrends, Büning e Salvisberg. Su una superficie di 14 ettari, in soli due anni furono realizzati 1.286 alloggi, da 1 a 3,5 stanze, tutti dotati di bagno, WC, balcone e riscaldamento. Rispetto alle altre famose Siedlungen berlinesi degli anni Venti, questo intervento si è inserito in un sistema stradale già esistente. L’insediamento si estende dalla Lindauer Allee alla Emmentaler Straße ed è tagliato internamente dalla Aroser Allee (già Schillerpromenade). A differenza delle altre Siedlungen promosse dall’Assessorato all’urbanistica della capitale, presenta un campionario della tipologia edilizia residenziale coniugando i caratteri dell'edilizia aperta con un'edificazione che, seguendo la tradizione berlinese premoderna, si sviluppa in forma chiusa lungo i fronti stradali. Sono presenti unità edilizie ad angolo, in linea, spezzate, a schiera e a blocco chiuso. Lungo il perimetro si trovano edifici in linea, mentre nelle aree interne gli edifici sono orientati da nord a sud. I suoi due punti di riferimento centrali (gli edifici-porta urbana e la casa-ponte sull’asse stradale principale) celebrano il progresso dal punto di vista automobilistico. Le costruzioni, dalle forme pure e geometriche seguono i principi tipici del Razionalismo europeo; le nitide facciate bianche, abbinate alle ombre nette, e le aperture quadrilatere disposte ritmicamente ricreano le atmosfere metafisiche della Neue Sachlichkeit. Dalle superfici bianche si staccano gli elementi vivacemente colorati delle sporgenze dei tetti, dei pluviali, delle porte e degli infissi delle finestre che, per contrasto, accentuano la lucentezza delle facciate levigate. Nei punti più significativi del complesso sono stati localizzate le varie attrezzature collettive e tecniche come l’asilo nido, il centro medico, la farmacia, oltre 20 negozi al dettaglio, una scuola di educazione stradale e una caffetteria. Gli spazi a verde, realizzati su progetto di Ludwig Lesser, fluiscono l’uno nell’altro e sono in gran parte di uso collettivo. Uno studio attento è stato dedicato alle tipologie e all'organizzazione interna degli alloggi, liberati dai vincoli derivanti dalla presenza di stufe (sostituite da un sistema di riscaldamento centralizzato. La prima ristrutturazione completa dell'insediamento è avvenuta negli anni 1949-1954. Dal 1982, un programma di ristrutturazione del monumento ha assicurato anche riparazioni regolari. L’intonaco dipinto di bianco, rifatto in questa occasione, è stato ritenuto di grande valore storico e quindi tutelato. Insieme ad altri 5 insediamenti residenziali di Berlino, la Weiße Stadt dal 2008 fa parte del patrimonio mondiale UNESCO. Sono stati effettuati lavori di isolamento delle coperture, ripristinato il colore originale degli edifici, eseguito il rifacimento del colore dei vani-scala. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati).





Bruno AHRENDS, BAUABSCHNITT I
L’area di intervento di Ahrends è delimitato a nord dalla Schillerring e a sud dalla Emmentaler Straße ed è tagliata in due dalla Aroser Allee. La costruzione più caratteristica di questo lotto è costituita dai due corpi cubici posti uno di fronte all’altro all’ingresso nel viale. Sono due torri sporgenti a sbalzo alte 5 piani che formano due brevi porticati; si configurano come una porta urbana che sembra costituire l'accesso all'insediamento. Questi due corpi svettanti, simmetricamente opposti l'uno all'altro, sui cui lati anteriori si innalzano due alti pennoni, divennero fin dall’inizio il simbolo della Weiße Stadt. Lungo i lati del viale si sviluppano due lunghi corpi continui a 3 piani, che seguono l’andamento curvilineo della strada. A ovest del viale è presente un enorme edificio a blocco con corte interna a verde pubblico; a est brevi unità edilizie sono disposte fianco a fianco lungo il perimetro triangolare dell’isolato. Gli edifici in linea del settore orientale, sono internamente ritmati da ampi e luminosi Erker (piccoli giardini d’inverno vetrati ad uso monofamiliare). Elemento cromatico tipico dei suoi edifici le cornici in laterizio rosso-bruno degli ingressi. Tra i due edifici paralleli interni del settore orientale, Ahrends progettò la scuola materna a un piano completamente immersa nel verde. La sua posizione all'interno del cortile, simile a un piccolo parco, garantisce percorsi brevi e sicuri verso gli edifici residenziali circostanti. Un motivo architettonico tipico di questi anni si trova sul vertice Schillerring/Emmentaler Straße; si tratta di un piccolo corpo di fabbrica allungato e ricurvo entro cui si trovava il centro di assistenza medica. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati).





Wilhelm BÜNING, BAUABSCHNITT II
Büning ha progettato il settore centrale dell’insediamento, compreso tra Genfer Straße e Schillerring, tre unità lungo la Emmentaler Straße e l’enorme edificio a blocco all’ingresso del quartiere. La sua architettura si caratterizza per un linguaggio freddo e geometrico, ravvivato dalle soluzioni cromatiche adottate nelle vetrate verticali dei vani scala, negli ingressi, nei telai delle grandi finestre rettangolari, nei cornicioni sporgenti. Le unità edilizie che ha progettato hanno in gran parte una planimetria a L e formano corti aperte in cui il verde fluisce da un lotto all’altro. La disposizione dei corpi di fabbrica perpendicolari allo Schiller Ring, presenta i tipici caratteri dell'edilizia aperta. Sulla Emmentaler Straße e sulla Genfer Straße, i suoi edifici si appoggiano in tre punti a due edifici preesistenti, ma dai quali si staccano visivamente per la presenza di un corpo di fabbrica alto e stretto, simile ad una torre. Questa demarcazione strutturale così netta può essere letto simbolicamente, in quanto intendono prendere le distanze dagli edifici grigio-cupi e decorati, tipici dell’età guglielmina. Nel settore più occidentale di sua competenza, Büning venne incaricato di creare anche la centrale termica di quartiere con annessa una doppia lavanderia comune. Per rendere più economica la fornitura di calore nell'insediamento, venne realizzata una centrale di teleriscaldamento. La grande lavanderia (demolita nel 1968 prima che l'insediamento fosse posto sotto tutela) era stata istituita come come reazione diretta alle condizioni igieniche disastrose dei tipici cortili delle Mietskasernen di epoca tardoimperiale. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati).





Otto SALVISBERG, BAUABSCHNITT III
Salvisberg ha progettato l’area settentrionale, lungo la Aroser Allee, dove ha creato un edificio lungo ben 280 mt. Ma la costruzione più spettacolare è la Brückenhaus, l’edificio-ponte che scavalca Aroser Allee e che si configura come una monumentale porta urbana. È alto 4 piani e continua in due corpi laterali coi quali forma un’unità edilizia. È l’unica costruzione in cemento armato, mentre le altre sono ancora in muratura portante. Il settore centrale a ponte è infatti sostenuto solo da esili pilastri in cemento armato. Al centro sul lato sud, si trova una orologio che sembra voler annunciare l'alba di una nuova era, un'epoca in cui l'automobile, la navigazione e l'aviazione erano considerati simboli di progresso. L'accesso agli alloggi avviene tramite lunghi ballatoi sul lato nord dell'edificio; questi terminano con vetri ricurvi, e, se osservati da lontano, sembrano ricordare la forma di un transatlantico. Sulla facciata sud corrono i parapetti delle logge che ne accentuano l’orizzontalità. Il tetto della Brückenhaus è sfruttato come terrazza-solarium comune, da cui si ha un'ampia visuale sul quartiere. In linea con lo spirito del tempo, era stata progettato come una un’area comune dove i residenti potevano sdraiarsi e rilassarsi o mantenersi in forma con la ginnastica. Si trattava di funzioni, legate al benessere fisico dei residenti, si inquadravano nel concetto generale definito nel concetto "luce, aria e sole", tipico dei concetti urbanistici elaborati in quegli anni. Lungo la Romanshorner Weg, l’architetto ha progettato case a schiera con planimetrie insolitamente organizzate. Le singole unità hanno tre ingressi, ognuno dei quali si apre su un piano. L'ingresso dal lato strada, attraverso il giardino, dà accesso all'appartamento al piano terra, che occupa l’intero corpo di fabbrica; ad essa appartiene anche il giardino davanti alla casa. Dalla corte a verde interna si accede alle altre due unità tramite due ingressi separati; si tratta di due unità duplex larghe la metà dell’alloggio al piano terra, ma che dispongono di un balcone sopra il giardino. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati).