Hans SCHAROUN, Appartementhaus Hohenzollerndamm, Berlin-Wilmersdorf, 1929-1931



Unità edilizia di sei piani realizzata su commissione privata. È strutturata in due ali aperte a V disposte sul filo stradale, che si incontrano sull’angolo Hohenzollerndamm/Mansfelder Straße. Le due ali sono a loro volta suddivise internamente in due corpi di fabbrica paralleli tra loro, separati da uno stretto cortile interno a lucernario, entro cui si trovano le scale, inserite in vani ovoidali vetrati, che servono entrambi i corpi di fabbrica. Il corpo esterno è più alto, mentre quello interno, sfalsato di mezzo piano rispetto a quello esterno, è alto quattro piani più il piano sottotetto con appartamenti mansardati. Il tipico linguaggio adottato da Scharoun in altri suoi interventi a carattere residenziale, è visibile nei due prospetti esterni, intonacati e dipinti in bianco, vivacizzate dall'alternanza tra le grandi aperture della zona giorno e quelle piccole dei bagni. Queste superfici sembrano ai prospetti la delicatezza di una sottile membrana. La parte più originale del complesso è il modo in cui le due ali che danno sulla strada sono collegate tra loro. Nel punto di contatto, infatti, è stata adottata una sovrapposizione di balconcini aggettanti dalla forma semicircolare quasi come fossero cerniere. Grazie a questa soluzione dinamica, l’angolo è diventato l’elemento più plastico dell’intero incrocio stradale. Queste superfici curvilinee confermano l’avvicinamento della ricerca architettonica di Scharoun alle posizioni espresse da Mendelsohn nelle sue recenti costruzioni berlinesi. Nella parte bassa è stato creato un forte stacco cromatico tra lo zoccolo scuro in klinker e gli ingressi ai vani scala, e l’intonaco chiaro delle facciate. Gli spigoli vivi dell’intonaco, in contrasto con le spallette arrotondate delle finestre, e l’alternanza tra intonaco chiaro e infissi blu, evidenziano quanto l’architetto si sia concentrato anche nella cura dei singoli dettagli. All’interno sono presenti piccole unità abitative la cui metratura va dai 35 ai 70 mq, adatte per una residenza temporanea, in particolare per una clientela di professionisti che si trovavano in città per motivi di lavoro. Le soluzioni interne vennero elaborate, su esplicita richiesta della committenza, in base al criterio di massimo sfruttamento spaziale. Si tratta infatti di alloggi con un solo affaccio, sfalsati tra loro di mezzo piano sia verso strada sia verso l’interno. Nelle varie cellule abitative, tutte a pianta libera, la distribuzione interna è affidata esclusivamente agli elementi d’arredo. Questi monolocali, particolarmente lussuosi per il periodo, con cucina/angolo cottura e bagno, danno, pur nel loro esiguo spazio, l’impressione di un’organizzazione domestica semplice e ordinata. La corte interna è oggi usata come parcheggio privato. Nel piano interrato sono stati ricavati gli spazi per le autorimesse. L'edificio, sebbene abbia subito alcune alterazioni nella ricostruzione del 1950, è sotto la tutela dei monumenti. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)