Giorgio GRASSI, Stadtvilla an der Rauchstraße (Haus 3), Berlin-Tiergarten, 1982-1984




La costruzione di Grassi si trova su un lato del Block 189, l’isolato trapezoidale delimitato da Rauchstraße, Drakestraße, Thomas-Dehler-Straße e Stülerstraße, situato tra la fascia meridionale del Tiergarten e il Landwehrkanal. È una delle palazzine che compongono il Wohnanlage an der Rauchstraße, l’insediamento residenziale realizzato sotto il coordinamento artistico e compositivo di Krier a partire dal 1981. Il progetto è stato concepito seguendo il principio "Wohnen im Tiergarten" (abitare al Tiergarten) elaborato dell’IBA, con la volontà di recuperare l’identità storica del luogo. È una delle cinque nuove palazzine equidistanti tra loro ed allineate lungo la Thomas-Dehler-Straße, il lato maggiore interno dell’area, tra la Haus 2 di Nielebock&Partner e la Haus 4 di Brennen+Tonon. Come negli altri interventi dell’insediamento, anche Grassi reinterpreta il modello edilizio storico della Stadtvilla (villa urbana), la tipologia architettonica a destinazione altoborghese elaborata nel tardo Ottocento e presente in quest'area in passato, adattandola però alle esigenze contemporanee. In generale questa tipologia rappresenta il rinnovato desiderio di abitare in case isolate nel verde, lontano dai ritmi e dai rumori della città. La costruzione è infatti immersa nel verde, con un lato che si affaccia direttamente sul parco del Tiergarten, mentre quello opposto dà sul parco interno a fruizione pubblica. Oltre all’attualizzazione di questa tipologia edilizia, la volontà dell'IBA era anche quella di sperimentarne variazioni formali e funzionali. L’obiettivo di Grassi, come in tutte le altre costruzioni del complesso, era quello di formulare una propria proposta, sia tipologica che planimetrica, da confrontare poi con quella degli altri partecipanti alla realizzazione. La sua palazzina, che si sviluppa su cinque piani, con lato di base di 25 mt e altezza di 21 mt, si configura come un volume cubico che si distingue per rigore e geometria. Tra tutte le nuove ville del complesso è sicuramente quella più minimalista. Il blocco edilizio presenta un impianto molto semplificato, con la totale assenza dell’elemento cromatico e decorativo. L’architetto ha rinunciato ad ogni ostentazione formale a favore di un’architettura ricondotta alla sua essenzialità. Le quattro facciate si caratterizzano per la severa geometria sia delle parti chiuse che delle aperture. La planimetria presenta una forma a U, in modo da creare un piccolo cortile (in origine concepito da Grassi più largo e profondo, per dare più respiro agli alloggi) su cui si affacciano gli ingressi; sulla facciata d’ingresso è recuperato il sistema di collegamento orizzontale del ballatoio con ringhiera metallica. Questo nuovo modello residenziale multipiano, solitario e posto all’interno del verde pubblico, si rapporta alle esperienze in ambito residenziale del Razionalismo storico, avanzando nel contempo anche indicazioni per il suo superamento. Alla base del linguaggio purista adottato da Grassi ci sono le sue riflessioni sui classici del Movimento moderno europeo, da Oud a Loos fino al severo Razionalismo lombardo. Queste forme scarnificate trovano precisi riferimenti anche nella cultura figurativa degli anni Venti-Trenta, in particolare in alcune Siedlungen tedesche e nell’edilizia popolare milanese (da Gropius agli interventi degli anni Trenta di Albini e Camus). Ne consegue che la sua villa è "fatta solo di cose necessarie […] immediatamente comprensibili perché rispondenti soltanto al loro scopo", un’architettura fortemente ridotta all’essenzialità, "senza tempo", non soggetta a mode passeggere. La sua ripetizione, all’interno di una nuova struttura urbana, è concepita dall’autore come "potenzialmente in grado di definire una parte omogenea di città". (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)