Raphael MONEO, Hotel Grand Hyatt Berlin, Berlin-Tiergarten, 1996-1998




L'Hotel Hyatt è un moderno complesso alberghiero a cinque stelle appartenente alla prestigiosa catena alberghiera americana. Si trova al termine della Alte Potsdamer Straße, di fronte allo Spielbank di Piano e si affaccia direttamente sulla nuova Marlene-Dietrich-Platz. Ha un impianto a blocco trapezoidale con corte centrale ed occupa per intero il lotto definito da Alte Potsdamer Straße, Eichhornstraße, Voxstraße e Ludwig-Beck-Straße. Come in altre sue costruzioni, anche in questo caso Moneo ha elaborato un edificio che si caratterizza per soluzioni compositive classiche e per la rigorosa attenzione alla funzione espressiva dei materiali naturali. L’edificio, che raggiunge i nove piani di altezza, comunica un senso di solidità e di decoro. Le sue linee semplici e minimaliste lo differenziano nettamente dagli edifici limitrofi di Piano, più sperimentali e complessi. È una costruzione compatta e severa, le cui pareti lisce sono ritmate dalla scansione regolare della finestre, disposte all’interno di una struttura reticolare geometrica. Tutte le facciate sono rivestite in arenaria rossa, colore che mette in risalto la presenza l’edificio rispetto al contesto; il prospetto rosso conferisce una vivace nota cromatica alla Marlene-Dietrich-Platz, in cui domina il color ocra delle facciate in terracotta di Piano. Sulla piazza è presente l’unico elemento dinamico della costruzione; qui la facciata è infatti dolcemente ricurva, andamento che, insieme a quello dalla forma simile del Wohnkomplex di Piano, posto proprio di fronte, ha la funzione di "aprire" ad imbuto la Alte Potsdamer Straße verso la piazza antistante. Il rigoroso ritmo degli esterni è ripreso nella disposizione di tutti gli spazi e locali interni. L’organizzazione spaziale dei piani superiori è costituita da due anelli di camere: uno che si affaccia sulle strade, l'altro sulla corte interna. I due ingressi principali si trovano sulla Alte Potsdamer Straße e di fronte allo Spielbank. I corridoi di smistamento sono raggiungibili da vani scala disposti agli angoli del blocco edilizio. La struttura alberghiera dispone di 342 ampie camere e lussuose suite, tutte dotate delle più moderne tecnologie. Nei primi due livelli sono disposte le strutture di servizio, la reception, eleganti ristoranti, bar, caffetterie; sono presenti anche saloni flessibili che, in in occasione di manifestazioni private, feste o congressi, possono essere ampliati per ospitare più partecipanti. Il modulo base per le stanze misura 4,5x9 mt, ed è determinato dalla disposizione della struttura portante in c.a., organizzata secondo una griglia geometrica proprio per permettere la massima flessibilità spaziale nei primi due livelli. All’ultimo piano si trova il Club Olympus Spa & Fitness. La copertura e il sottotetto sono dotati di una palestra attrezzata e di una piscina che si affacciano sulla città mediante lunghe vetrate orizzontali. Il design geometrico e lineare della parte architettonica segue completamente il progetto di Moneo, mentre il design interno, anch’esso minimalista, dalle linee pulite e dai materiali di alta qualità, è stato concepito da Wettstein; negli arredi delle stanze e degli spazi comuni dominano colori caldi, materiali pregiati, tessuti raffinati. Con la presenza di questo hotel, la nuova Marlene-Dietrich-Platz, si è arricchita di un’ulteriore funzione urbana. Sui suoi bordi, infatti, sono presenti costruzioni dalle diverse funzioni, da quella residenziale, a quella dello spettacolo, alla ristorazione e alla vendita al dettaglio. Si tratta di una piccola piazza che si è venuta a formare sulla confluenza tra la Alte Potsdamer Straße e la Eichhornstraße. È il fulcro interno della Daimler Chrysler Areal ed è modellata come una piazza-cavea delimitata dall'acqua e caratterizzata da colori caldi, da edifici mossi, da luci, trasparenze e installazioni di arte contemporanea. Nel 1997 venne intitolata all’attrice Marlene Dietrich in quanto "star berlinese nel mondo, per il cinema ed il canto. Impegnata per la libertà e la democrazia, per Berlino e per la Germania". (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)