Hans KOLLHOFF, Wohnbebauung Seesener Straße, Berlin-Wilmersdorf, 1992-1994




Si tratta di un intervento a carattere residenziale che si inseriva in un programma di edilizia sovvenzionata che prevedeva la realizzazione di 60 alloggi con superfici di 65, 70, 100 e 140 mq. L’edificio si trovava in una posizione problematica, ai bordi della città. Con la sua realizzazione è stato chiuso il vuoto edilizio presente nel fronte sud di un isolato rettangolare rimasto inedificato lungo il perimetro, posto a diretto contatto con la S-Bhf Hohenzollerndamm. La difficoltà di questo lotto consisteva non solo nella presenza sul lato esterno del tracciato della S-Bahn e dell’autostrada urbana, ma anche nel complicato accesso privato, che avviene da un portone sulla Seesener Straße, passando poi attraverso la corte-giardino. La forma allungata dell’isolato ha determinato l’adozione di un corpo di fabbrica con doppio affaccio, uno sul tracciato ferroviario, l’altro verso l’interno. L’edificio, rialzato da una massicciata, è diviso dal piano ferroviario da una fitta presenza di grandi alberi. Il corpo di fabbrica è piegato in due da un angolo posto a metà del suo sviluppo. Questa soluzione separa la nuova costruzione dai corpi di fabbrica preesistenti conferendogli una sua autonomia fisica; l’individualità dell’edificio è anche cromatica, in quanto le superfici murarie sono rivestite in klinker rosso-bruno, proprio per rendere percettivamente più visibile e solido il corpo di fabbrica, soprattutto per chi proviene dalla Hohenzollerndamm. Su entrambi i fronti, il corpo edilizio è verticalmente tripartito in basamento, elevazione e coronamento. I primi due livelli sono occupati da alloggi in duplex, segnalati all'esterno da vetrate a doppia altezza, che vanno così a formare una sorta di basamento per l'edificio. Nei tre livelli successivi sono ospitati gli alloggi singoli. Al basamento ritmato dalla sequenza di infissi a doppia altezza, segue la fascia centrale caratterizzata da grandi logge vetrate sostenute da sottili telai metallici; il compito di queste logge, è quello di attutire i rumori del traffico, di abbassare l’inquinamento e di contrastare il freddo nei mesi invernali. È proprio questa membrana vetrata "fluttuante" con piegature in senso contrario a quello del prospetto, che conferisce a questa costruzione la propria individualità. All'ultimo piano, infine, si trovano gli alloggi a "patio", la cui particolarità deriva dalla presenza di una vetrata quadrata ritagliata nel tetto, sotto cui è presente una specie di patio, attorno al quale è organizzato l’alloggio. Il carattere introverso degli attici è ribadito in facciata dalla sequenza di piccole aperture quadrate. Nel suo insieme, la disposizione regolare delle aperture (basamento vetrato, giardini d’inverno, finestre quadrate) determina un rigoroso ritmo orizzontale che rende leggibile in facciata la scansione delle tre fasce di alloggi. Mentre sul tracciato ferroviario sono situati i locali di soggiorno, in modo da sfruttare la luce del sole, gli accessi avvengono dal cortile. Il basamento, con gli ingressi e le vetrate poste davanti a ogni vano scala, è rivestito in lastre di granito verde lucidato. Nella parte centrale, la cui superficie è scandita dalla disposizione regolare delle aperture, domina la compatta tessitura in klinker, che si stacca sia dal basamento che dall'attico. La composizione si chiude in alto con la sequenza di abbaini rivestiti in lamiera zincata, che si affacciano su un ballatoio continuo aggettante rispetto al filo di facciata, la cui sporgenza chiude geometricamente la parte superiore del fronte. Su entrambe le facciate non sono leggibili le singole unità interne, in quanto subordinate alla disposizione rigorosa delle aperture e delle vetrate. Gli appartamenti sono organizzati con la cucina e il bagno disposti centralmente in modo da evitare una separazione netta tra zone giorno e notte; con questa soluzione le stanze possano affacciarsi sia sulla tranquilla corte a giardino privato sia verso il paesaggio urbano di Berlino. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati).