Oswald Mathias UNGERS, Familiengericht, Berlin-Kreuzberg, 1993-1995 (ampliamento)




La nuova costruzione si integra col preesistente Tribunale distrettuale, costituendone il suo ampliamento. Occupa il Block 608, l’isolato a forma trapezoidale delimitato da Möckernstraße, Kleinbeerenstraße e Hallesches Ufer. Il nuovo edificio si trova davanti al viadotto della U-Bahnlinie 1, nelle vicinanze della U-Bhf Möckernbrücke, che scorre parallelo al Landwehrkanal. La sede preesistente del Tribunale distrettuale è solo un frammento del complesso realizzato nel 1915-1922; si tratta di un edifici a tre piani a più ali, con tetto a padiglione e facciate intonacate. Prima delle distruzioni del 1945, l'urbanistica sul bordo meridionale della Friedrichstadt era caratterizzata dalla tipologia a blocco con corti interne e altezze di gronda unitarie. Ma verso la fine della II Guerra mondiale, la Südliche Friedrichstadt venne quasi completamente distrutta, tra cui la vecchia sede del Tribunale. Nel 1981 Ungers effettuò i primi studi urbanistici per la Friedrichstadt, ma solo verso la fine del decennio venne presa in considerazione la possibilità di ricostruire il Block 608. Nel 1990 venne approvato il suo progetto, che aveva come obiettivo la riparazione urbanistica dell’isolato tramite la chiusura del perimetro, la creazione di una corte interna a giardino e la conservazione del verde sulla Kleinbeerenstraße. Questa proposta si inquadrava nel dibattito urbanistico di quegli anni relativo alla "ricostruzione critica" e alla "riparazione urbana". L’intervento realizzato si compone di stretti corpi di fabbrica a cinque piani inseriti entro rigorose simmetrie, che si rapportano agli allineamenti volumetrici del complesso preesistente. Le nuovi ali si uniscono all’edificio storico in modo da determinarne la continuità edilizia. Per ripristinare l’isolato, nell’angolo nord-est del lotto è stato aggiunto un corpo a L. Le nuovi ali, benché in stile diverso, si adeguano all’altezza di gronda della parte esistente, proseguendone lo sviluppo perimetrale. Nel settore meridionale, Ungers ha realizzato un corpo a U, nel cui prospetto principale è stato incastrato un blocco cubico a sei piani, che da un lato recupera il tema della gerarchia nell’architettura in quanto sottolinea la funzione d’ingresso al nuovo complesso, dall’altro svolge la funzione di richiamo visivo per chi percorre la linea metropolitana. Il blocco cubico è ruotato rispetto al fronte strada, ma con lo stesso angolo della costruzione preesistente. L'intera parte nuova presenta forme che sono, anche nei dettagli, variazioni geometriche del quadrato. Secondo l’architetto, il quadrato è un modulo di base che costituisce una sorta di garanzia di armonia, bellezza, chiarezza e quiete. Ciò ha determinato una composizione modulare, le cui forme geometriche pure sono un richiamo al più rigoroso Razionalismo tedesco. Le facciate, definite da un disegno razionale, sono rivestite con lastre quadrate in pietra chiara che determinano un reticolo ripetuto anche nelle finestre dai telai quadrati. All’interno sono stati ricavati 175 ambienti, tra cui 31 sale riunioni, la caffetteria panoramica al quinto piano, un parcheggio interrato. Gli interni sono molto luminosi e si caratterizzano per un uso razionale degli spazi, con i grandi vani scala disposti negli angoli, inquadrati da ampie vetrate con telaio in acciaio. Nello spazio pubblico davanti al corpo centrale, si trova un’installazione minimalista dell’americano LeWitt. È un cubo trasparente formato da tubi metallici bianchi, che riprende la stessa griglia quadrata di base della costruzione di Ungers, adattandosi in particolare al disegno del blocco centrale. L’accesso al Tribunale della famiglia avviene tramite un’ampia scalinata sulla Hallesches Ufer. Sulla sinistra si trova la Kinderhaus, una piccola costruzione rossa in pietra ad un piano, usata per la sistemazione temporanea dei bambini, immersa in un boschetto preesistente. La corte interna, concepita come spazio semipubblico, è in gran parte a verde e conserva gli alberi preesistenti. Gli spazi a verde, sia interni che quelli che circondano il complesso, sono in gran parte pubblici. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)