Hans HOLLEIN, Botschaft von Österreich, Berlin-Tiergarten, 1999-2001




La sede dell’Ambasciata d’Austria è stata realizzata sull’angolo tra Tiergartenstraße e Stauffenbergstraße, non lontano dal luogo dove si trovava prima della II Guerra mondiale. Il lotto si trova in un punto urbanistico di grande importanza, tra il Kulturforum (con la vicina Berliner Philarmonie), il bordo meridionale del Tiergarten e il nuovo quartiere delle ambasciate. Dopo la sconfitta nella I Guerra mondiale e la nascita della repubblica, l’Austria aveva aperto la propria ambasciata in un edificio lungo l’attuale Stauffenbergstraße. L’edificio, confiscato dai nazionalsocialisti nel 1938, venne distrutto durante la II Guerra mondiale. Dopo la decisione di trasferire la capitale a Berlino, nel 1994 l’Austria decise di spostare la sede della propria ambasciata da Bonn alla nuova capitale. Venne acquistato questo lotto a forma trapezoidale, di 3.700 mq, con il lato maggiore di 80 mt, profondità di 55 mt e punta rivolta sull’angolo Stauffenbergstraße/Tiergartenstraße. Il concorso internazionale del 1996/97 per la costruzione della nuova sede, fu vinto da Hollein. Le complesse funzioni richieste per l’ambasciata (consolato, uffici, sale di rappresentanza, spazi abitativi privati, stanze del personale, centro per il commercio estero e una galleria), hanno determinato la creazione di tre distinti volumi incastrati tra loro, che si differenziano dal punto di vista sia formale sia cromatico. L’edificio ha una pianta a U e si orienta parallelamente alla Stauffenbergstraße. Dal punto di vista formale, Hollein ha utilizzato un fantasioso linguaggio postmoderno con spunti ripresi dalla tradizione moderna, da quella geometrico-razionalista a quelle organico-espressionista di Scharoun e Mendelsohn. La forma, complessivamente dinamica con volumi disposti su assi inclinati tra loro, e i suoi colori molto particolari, sottolineano l’originalità della costruzione, che si differenzia dalle altre sedi del quartiere diplomatico, caratterizzate in gran parte da volumi cubici e compatti. La parte più vistosa del complesso è il corpo ellissoidale ricurvo rivestito in rame verde simile ad una grande "pinna". Si tratta del corpo d’ingresso, rivolto sull'angolo Tiergartenstraße/Stauffenbergstraße, che spicca nel panorama urbano per la sua forma scultorea e per le sue superfici arrotondate ricoperte da una pelle squamata in rame. L’ingresso avviene direttamente dal giardino sulla Tiergartenstraße, passando sotto una lastra trasparente aggettante ricurva. La forma organica di questo volume mostra un lontano riferimento alla Notre-Dame-du-Haut presso Ronchamp, di Le Corbusier. Questo settore ricurvo, internamente si caratterizza per una composizione spaziale libera e fluida. Al centro si trova la hall che si sviluppa a tutta altezza ed ha una copertura vetrata; la sua ampia superficie è usata per ricevimenti politici ed eventi culturali; attorno ad essa, nei due piani superiori, sono ospitati stanze da lavoro e uffici con ampie finestre a nastro con vista sul Tiergarten. Questo corpo plastico costituisce lo snodo verso le due ali retrostanti, la cui volumetria contrasta nettamente per le sue forme geometriche. Lungo la Stauffenbergstraße si trova il corpo in linea color antracite di quattro piani, contenente gli uffici del consolato e una galleria vetrata al piano superiore. La sua geometria rigorosa, l’assenza di ornamenti e la sequenza di finestre rettangolari tutte uguali, evidenziano gli stretti legami col Razionalismo europeo degli anni Venti/Trenta. Tra questo corpo e quello d’ingresso, si incastra un piano rosa, la cui grande tettoia a sbalzo sottolinea la presenza dell’ingresso secondario. La residenza dell'ambasciatore, oltre ad altri spazi di rappresentanza, è ospitata nel volume rosa sul retro. Anch’esso utilizza un linguaggio formale tipico del moderno classico. Le tre parti, sebbene volumetricamente molto diverse tra loro, all’interno sono strettamente concatenate sia orizzontalmente sia verticalmente da zone di transito, atri e scalinate. Le sequenze spaziali, le aree comuni, le fughe di stanze e i dislivelli, creano assi visivi tali da conferire all’interno l’effetto "urbano" di vie e piazze. (testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)